Un premio letterario in limba per la nuova provincia Ogliastra

Concorso ogliastrino di letteratura sarda

Istillas de lentore

(gocce di rugiada)

   

 

 

 

Progetto istitutivo

L’Associazione culturale “Sa perda e su entu” di Ulassai ha indetto la prima edizione del Concorso ogliastrino di Letteratura sarda “Istillas de lentore” . Il premio, partendo dalla convinzione che la difesa, il recupero e la promozione della propria lingua madre contribuisca in maniera determinante alla salvaguardia della propria identità culturale e sociale di sardi e di ogliastrini si propone il compito di costituire un punto di riferimento importante e centrale nel panorama culturale della istituenda provincia d’Ogliastra.         

La vitalità della lingua è il riflesso più immediato della vitalità di un popolo. Non può esistere un popolo senza lingua così come non può una lingua esprimersi appieno se ciò che essa veicola e trasmette non si concretizza e si manifesta nella più intima identità di un popolo. Perché la nostra lingua è lo specchio della nostra anima, nel quale si proietta orgogliosa la nostra storia, la nostra cultura e le nostre tradizioni ma pure la nostra forza, il nostro coraggio di essere, oggi come ieri, ancora e sempre, intimamente, sinceramente sardi, sardi nella mente, sardi nel  cuore, sardi nell’anima. Solo questa riscoperta identità può, a nostro avviso, proiettarci, forti della nostra identità, in un mondo in cui possiamo guardare tutti a fronte alta e, insieme, costruire un futuro migliore per tutti.

L’Ogliastra, tradizionale isola nell’isola, caratterizzata da sempre da una specificità geografica, storica e culturale assolutamente unica ed irripetibile, nei secoli è sempre stata relegata ai margini dei processi di sviluppo nazionali e regionali, costantemente oppressa, schiacciata e spesso annullata tra i due grandi blocchi del nord e del sud della Sardegna. Bistrattata e dimenticata dai grandi potentati economici e politici di turno che hanno visto in essa solo un territorio povero, arido ed inospitale da sfruttare ed utilizzare a proprio piacimento senza curarsi minimamente di promuoverne le risorse presenti. Costantemente invasa, saccheggiata, depredata e, ancora oggi, ignorata,  isolata e usata come  laboratorio industriale o genetico, ha saputo, crediamo, trovare in se stessa, nella forza della propria specificità, nell’orgoglio e nella fierezza delle proprie radici, la forza di resistere e conservare intatto l’enorme bagaglio della propria cultura, della propria identità e questa forza dirompente ha saputo preservarsi inalterata nei secoli soprattutto attraverso la propria lingua: il parlato quotidiano dei pastori, il discorrere poetico dei contadini, l’affabulazione leggera e melodica delle madri, gli struggenti lamenti funebri de is attitadoras, le rassicuranti e dolcissime ninne nanne che hanno accompagnato, per secoli, con amore il sonno dei bambini. E poco importa se la tradizione culturale ha voluto e decretato una sorta di supremazia del logudorese che, tra le polemiche, ha sempre rappresentato la forma aulica e privilegiata di espressione letteraria. La poesia, la prosa, il teatro, la espressività artistica degli ogliastrini ha sempre conservato la purezza e la efficacia delle proprie origini. E se pure, soprattutto in poesia, molti ogliastrini hanno scritto ed ancora scrivono utilizzando l’idioma logudorese si tratta comunque di una contaminazione particolare, una sorta di nuova variante tipicamente locale, il prodotto di una sensibilità creativa che trae alimento e forza unicamente da quel substrato ideologico e culturale tipica della terra d’Ogliastra: intimamente sentita, provata, assaporata e comprensibile solo tra le asperità selvagge e sconfinate di questa amata e singolare regione.

Forse la stessa natura ha in qualche modo contribuito a forgiare e plasmare il carattere più intimo degli ogliastrini: fieri, orgogliosi, testardi, tenaci e caparbi fino alla temerarietà, costantemente avezzi a combattere, a strappare e contendere il domani e la vita stessa ad una natura avara, aspra, ma pura ed incontaminata. Tra le pianure costantemente minacciate dalle invasioni (interne ed esterne), spesso inondate dai fiumi straripanti che precipitano dal nord, o tra i dirupi scoscesi, tra le alte cime boscose dei tacchi o le vertiginose pareti a strapiombo, un’unica grande forza: l’Ogliastra. Il coraggio, l’orgoglio, la fierezza di essere sardi, di essere ogliastrini. Noi vogliamo con la creazione di questo Concorso ogliastrino di letteratura sarda “Istillas de lentore” conservare, salvaguardare e promuovere non solo la lingua di questo popolo, ma il suo afflato magico, la forza del suo carattere, la espressività del suo linguaggio, la profondità del suo animo, la dolcezza e la purezza dei suoi sentimenti, la natura intima ed autentica del suo essere sardo.

In un mondo in cui la globalizzazione imperante tende, nell’indifferenza inconsapevole dei più, ad annullare ed appiattire le specificità locali, in un mondo in cui si trascurano, si dimenticano e si recidono le proprie radici, in un mondo in cui si crede che il villaggio globale in qualche modo debba di diritto subentrare ed eliminare il villaggio reale, crediamo che non possa esistere un futuro degno se non costruito e poggiato saldamente sul nostro passato.

               Giuseppe Cabizzosu        

 

  

 

Home

indietro

 

 

© 2001 - 2005  Giuseppe Cabizzosu

Giuseppe Cabizzosu