06/06/2003
 

LA STORIA
Una mostra sulle atrocità dei nazisti

Alla biblioteca di Ulassai quaranta pannelli espositivi sullo sterminio dei testimoni di Geova

 ULASSAI. A due anni dall'istituzione della giornata nazionale della memoria per commemorare le vittime della persecuzione nazista, l’associazione culturale “Sa perda e su entu” allestisce, a partire da oggi, nei locali della biblioteca comunale, una mostra sul genocidio dei Testimoni di Geova durante il secondo conflitto mondiale (rimarrà aperta fino a martedì 13, dalle 9 alle 13 e dalle 15.30 alle 19).                                                                  

 «Quando si parla di olocausto e di Shoah - afferma il presidente dell'associazione - bibliotecario comunale, Giuseppe Cabizzosu - l'immaginario collettivo va subito ai circa sei milioni di ebrei brutalmente sterminati nei lager nazisti. Ma esiste anche un'altra faccia dell'olocausto. Un lato di solito trascurato dagli storici e dall'opinione pubblica, ma ugualmente terribile e atroce per quanti lo subirono. Oltre gli ebrei, molte altre minoranze etniche, religiose e culturali, subirono il medesimo trattamento: gli zingari, gli omosessuali, i disabili, i comunisti e i testimoni di Geova. Categorie sociali marginali nella società del tempo, che non rientravano nello stereotipo delirante della pura razza ariana».
 Oltre quaranta pannelli espositivi ripercorrono le tappe di questo "genocidio minore" e ridanno dignità a un lato oscuro e quasi dimenticato della shoah: foto autentiche, scritti e ampie descrizioni delle atrocità naziste. Sarà anche distribuito un fascicolo esplicativo e proiettato un toccante documento filmato che ha fissato nel tempo le drammatiche testimonianze dei sopravvissuti.  «Abbiamo organizzato questa mostra - conclude Cabizzosu - affinché il sacrificio assurdo di milioni di uomini e donne alla follia nazista serva da insegnamento e monito a un presente spesso privo di memoria e a un futuro che sia evoluzione e non regresso. Ma anche perché non si dimentichi e perché mai più l'uomo perda di vista, in modo così abnorme, la propria dignità».

I (l.cu.)